Hope e Wittelsbach-Graff sono i due diamanti maledetti più celebri, circondati da un alone di mistero che fa attribuire loro la responsabilità delle disgrazie toccate in sorte ai facoltosi proprietari che li hanno posseduti nel corso dei secoli.
DIAMANTE HOPE
Partiamo dal meraviglioso Hope, detto anche Blu di Francia per il suo elegantissimo colore, conservato oggi presso lo Smithsonian Museum di Washington. Dei due diamanti maledetti é il più conosciuto e si porta con sé una serie di disgrazie che lo lega ad almeno 20 decessi avvenuti per le più svariate cause (malattie, omicidi, suicidi) e la rovina economica di coloro che sono riusciti a sopravvivere al potere della sua maledizione.
Dal punto di vista delle caratteristiche, il Diamante Hope è classificato come un diamante di tipo IIb, il che significa che contiene tracce di boro che conferiscono la sua caratteristica colorazione blu. È considerato uno dei diamanti blu più grandi e di più alta qualità mai scoperti, con un peso di circa 45,52 carati. Ha una trasparenza eccezionale e una lucentezza brillante, che lo rendono davvero unico.
Per quanto riguarda la forma, tra i tagli di diamanti più celebri, il Diamante Hope è stato modellato in una forma ovale, che accentua la sua bellezza e massimizza la rifrazione della luce all’interno del diamante. Il taglio ovale, con le sue curve morbide e allungate, conferisce al diamante una presenza elegante e sofisticata. Inoltre, il taglio è stato eseguito in modo impeccabile per massimizzare la lucentezza e la brillantezza del diamante.
Una maledizione che ha radici ben lontane: formatosi all’incirca 1,1 miliardi di anni fa, il diamante Hope nel 1515 fu portato via dal suo tempio da un sacerdote indù che fu poi catturato e torturato. Ma è alla statua Rama-Sitra che si attribuisce la “colpa” di questa maledizione, lanciata sulla pietra quando il mercante francese Jean-Baptiste Tavernier la disincastonò da un suo occhio: la ricchezza che il diamante maledetto portò al padre fu sperperata dal figlio e quando egli tentò nuovamente di fare fortuna, morì durante il viaggio verso l’India.
Diventato di proprietà della famiglia reale francese, il diamante continuò a seminare disgrazie, portando problemi di salute non indifferenti ai sovrani Luigi XIV e Luigi XV, come ben sappiamo Luigi XVI e la Moglie Maria Antonietta furono ghigliottinati durante la rivoluzione, mentre la Principessa Maria Luisa nel 1772, durante gli stessi disordini fu violentata e picchiata a morte.
A questo punto il diamante Hope fu trasferito in terra britannica, dove assunse le sue attuali sembianze e prese il nome da Henry Thomas Hope, che nel 1830 dopo averlo pagato una fortuna vide sgretolarsi il suo matrimonio. Volendosene liberare lo vendette al principe russo Kanitowskij, assassinato dai rivoluzionari russi e a sua volta assassino della donna a cui lo donò.
Morì per un incidente ancor prima di toccarlo con mano il suo successivo proprietario, il mercante greco Simon Matharides, mentre il Sultano Abdul HAmid venne deposto dopo una anno dal suo acquisto ed impazzì. L’ultima famiglia a cadere in disgrazia prima che il diamante Hope venisse donato da Harry Winston nel 1958 allo Smithsonian Museum fu quella dell’allora proprietario del Washington Post Edward Beale McLean che lo acquistò nel 1910 da Pierre Cartier.
DIAMANTE WITTELSBACH-GRAFF
Il Diamante Wittelsbach-Graff è considerato a sua volta uno dei diamanti maledetti, sebbene non porti con sé una scia di sangue come il Diamante Hope. Tuttavia, è legato a quest’ultimo da un legame indissolubile. Studi accurati dimostrano che il Wittelsbach-Graff e il Diamante Hope facevano parte inizialmente di un’unica pietra prima di essere separati. Di conseguenza, anche la parte meno celebre avrebbe subito la presunta maledizione di Rama-Sitra.
Il nome completo Wittelsbach-Graff è di origine piuttosto recente. Nel 2008, il gioielliere inglese Laurence Graff lo acquistò e, desiderando eliminare alcune imperfezioni, fece tagliare il diamante dopo due anni, riducendone il peso a 31,06 carati. Tuttavia, il nome Wittelsbach ha origini ben più antiche. Il diamante era in possesso della Corona Asburgica sin dal 1710 e fu trasferito a Monaco di Baviera nel 1722, quando Maria Amalia d’Asburgo sposò Carlo Alberto di Baviera, membro della casata Wittelsbach.
Questa storia conferisce al Diamante Wittelsbach-Graff un fascino ancora più intenso. Nonostante non porti con sé la stessa leggenda della maledizione associata al Diamante Hope, l’essere stato parte di un’unica pietra e aver condiviso un destino comune potrebbe averlo coinvolto indirettamente nella presunta maledizione. La sua bellezza senza tempo e la sua storia ricca di fascino lo rendono un gioiello di inestimabile valore che continua ad affascinare gli amanti dei diamanti e dei gioielli in tutto il mondo.
E adesso a voi: dopo aver saputo queste storie, se vi regalassero uno di questi diamanti lo accettereste?
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