Il Tesoro di San Gennaro, ospitato a Napoli dall’omonimo Museo, vanta un primato non da poco: non solo è la collezione di gioielli più ricca d’Italia, ma si difende bene anche al di fuori dei nostri confini, perché i gioielli che la compongono sono più preziosi anche di quelli della Corona Inglese. Ebbene sì, Elisabetta II avrà anche il diamante Cullunan incastonato sulla sua pesante Corona, ma lo sfarzo ed il valore della collezione dei gioielli del Santo è ben superiore.
Ma quali sono i monili che fanno parte del Tesoro di San Gennaro?
C’è la celeberrima collana, il gioiello più prezioso al mondo, voluta dalla Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro per decorare il busto Reliquiario del Santo e realizzata nel 1679 da Michele Dato che, con la collaborazione di altri orefici, impiegò circa cinque mesi per darle vita: la collana vede intrecciarsi tredici massicce maglie in oro dalle quali pendono croci di zaffiri e smeraldi. Ma non è tutto perché a questo sfarzo si unirono, con gli anni, altri preziosi dettagli donati dai sovrani che hanno retto il regno e da quelli che, in visita a Napoli, per devozione hanno lasciato un segno del loro passaggio: una croce donata da Carlo di Borbone re di Napoli fino al 1759, una croce donata dalla regina Maria Amalia di Sassonia, una spilla a forma di mezza luna del 1799 donata dalla Duchessa di Casacalenda,una croce di diamanti e zaffiri donata da Maria Carolina d’Austria, una croce donata da Napoleone nel 1806 con diamanti e smeraldi, la spilla di diamanti e crisoliti regalata da Vittorio Emanuele II di Savoia e l’anello di Maria Josè moglie di Umberto II di Savoia.
Sempre pensata come decorazione è la mitra gemmata realizzata nel 1713 da Matteo Treglia con le sue 3694 pietre preziose incastonate.
Fanno ancora parte del Tesoro di San Gennaro il calice in oro, dono di Papa Pio IX risalente al 1849, riconoscente per essere stato ospitato dalla città quando i moti mazziniani creavano tensione a Roma; la croce episcopale in oro, smeraldi e diamanti dono di re Umberto I e Margherita di Savoia nel 1878; meno recenti ma non per questo meno preziosi sono poi la croce in argento e coralli della famiglia Spera risalente al 1707; il calice in oro e pietre preziose omaggio di re Ferdinando IV nel 1761, la pisside gemmata offerta da re Ferdinando II nel 1831. Ci sono poi ancora l’ostensorio in oro, argento e rubini donato a San Gennaro da Napoleone tramite il cognato Gioacchino Murat nel 1808 e l’altro ostensorio in oro, pietre preziose e smalti risalente al 1837 di Maria Teresa d’Austria , per celebrare il matrimonio con Ferdinando II.
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