Si è conclusa il 30 settembre la terza edizione della Bologna Design Week, manifestazione internazionale dedicata al design.
Workshop, mostre, contest e convegni si sono susseguiti dal 26 settembre, in un turbinio creativo che ha coinvolto l’intero spazio urbano. Oltre 150 i partecipanti per più di 140 eventi organizzati tra Palazzo Isolani, l’ex Ospedale dei Bastardini, Galleria Cavour, Palazzo Pepoli Campogrande e la chiesa sconsacrata di Santa Maria della Neve.
Contest, eventi e mostre
Si è partiti con “Scatto Libero. Dino Gavina 10”, la mostra sostenuta dal Gruppo Hera, realizzata nel Palazzo Pepoli Campogrande – Pinacoteca Nazionale. L’allestimento dei dieci pezzi in esposizione, di 10 autori diversi, è stato pensato proprio per sottolineare i criteri costruttivi, la natura dei materiali e le soluzioni progettuali.
Proprio sulla materia, imperfetta e mutevole, si è concentrata invece la mostra “Racconto privato – il design dell’imperfetto”. Qui la non omogeneità diventa segno di unicità, facendo dei pezzi di design elementi singolari ricchi di personalità. Non esistono doppioni, copie e serialità. Ogni particolare rende esclusivo il lavoro dell’artista.
Uno sguardo innovativo è quello rivolto alle architetture bolognesi, viste attraverso il contest fotografico “Cathedrals of Light”, organizzato da Paolo Castelli S.p.A.
Convergenze e dissonanze tra luce, vita e architettura sono state al centro dei 20 scatti finalisti. Giochi di ombre, riflessi, luci soffuse hanno fatto dei monumenti cittadini forme vive, vibranti.
Una realtà ribaltata, sovvertita è quella messa in mostra con l’evento “NOO – Non Ordinary Objects”. Un percorso caratterizzato da grandi immagini dei sistemi Geberit e delle ceramiche Pozzi-Ginori realizzate ai raggi x. Una visione che vuole svelare il lato nascosto dei prodotti che migliorano il quotidiano.
Bologna Design Week: un’occasione per la città
Anche la sartorialità ha trovato il suo spazio alla BDW con il progetto “Andata e Ritorno”; creazioni di atelier e designer italiani. Un taglio unico all’intera settimana è stato però dato dai numerosi eventi che hanno vivacizzato la città. Percorsi culinari che puntano ad un multiculturalismo alimentare; workshop dedicati al digitale; cocktail party a tema e dibattiti.
Durante i cinque giorni, anche il lavoro dei giovani ha avuto visibilità attraverso l’esposizione delle creazioni degli studenti universitari. Lo sguardo fresco di chi si affaccia al mondo del design, in un confronto continuo con chi ne ha invece scritto la storia.
La terza edizione della Bologna Design Week ha visto quindi una sempre più forte complicità con la città, in un infittirsi di collaborazioni e contaminazioni. Il capoluogo si appropria così della sua identità creativa, trasformando l’iniziativa in una vera e propria occasione per raccontarsi e rinnovarsi.
Lascia un commento