Alessandro Pipero come un vero 007, o per meglio dire “Chef 007” abbandona per 2 giorni il suo mondo da imprenditore di successo della ristorazione di alto livello, tuffandosi nella realtà dei ristoranti acchiappaturisti.
Alessandro Pipero Sommelier di altissimo livello, patròn di ristoranti gourmet attenti all’accoglienza del cliente e attuale padrone di casa del “Pipero al Rex”(vicino alla stazione Termini) monostellato Michelin, è anche uno dei fondatori dell’associazione «Noi di Sala» il cui scopo è di valorizzare le altre professionalità, come quella del cameriere, che non risultano meno importanti rispetto a quelle dello chef per il successo di un locale.
Con un curriculum che vantava un’esperienza fittizia come trasportatore e un’altra nei catering, un’ipotetica famiglia a carico e la dichiarazione convincente della voglia (e la necessità) di lavorare, Alessandro Pipero riesce nel suo intento facendosi assumere in uno dei tanti ristoranti acchiappaturisti.
Quarantotto ore affiancando i suoi colleghi di avventura: persone che non avevano né arte né parte, che avevano accettato quel lavoro come alternativa magari all’edilizia o alle consegne, perchè non c’era altro o magari per arrotondare lo stipendio, persone che non avevano passione per quel lavoro e che non avevo conoscenze dell’ambito. Quarantotto ore in un locale in cui centinaia di turisti costretti a mangiare imitazioni della nostra buona e rinomata cucina, di cui tanto ci lamentiamo all’estero ma che hanno largo mercato anche a casa nostra. Incuranti di questo scempio i turisti arrivano a pagare solo per una margherita anche 12 euro e con una birra e un dolce si arriva facilmente a 30, mentre per un pasto da ristorante anche 60-70 euro (il 10% in meno di un ristorante di alta qualità). La mancanza di cura arriva da ogni parte: pasta scotta, ricette approssimative, ingredienti di scarsissima qualità, e poi piatti pronti dimenticati sul pass nell’attesa di essere serviti, camerieri che scompaiono per fumare (si, in servizio, tra un piatto portato e l’altro), bisticci per le mance, bicchierini di vino bevuti qua e là, incuria generalizzata. Questa la dura realtà scoperta da Pipero, come dargli torto:bisogna riqualificare questo settore con regole che incentivino alla qualità per non sminuire ancor di più la nostra tanto amata cultura alimentare.
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