Poche persone al mondo possono vantare collezioni d’arte, fatte di pezzi unici e rarità.
Tra i fortunati rientra di certo Hubert De Givenchy, il famoso stilista che ha fatto del bello una missione di vita. La sua collezione di opere d’arte, pezzi di design e complementi d’arredo storici è ora oggetto di una nuova riprogettazione.
Il couturier ha infatti annunciato l’intenzione di far ordine nel suo “gabinetto delle meraviglie”, mettendo all’asta alcuni oggetti. La notizia, riportata da Le Figaro, parla della vendita di 21 opere di Diego Giacometti, fratello del più noto Alberto con cui ha condiviso la passione per la scultura.
La casa d’aste Christie’s sarà l’organizzatrice dell’evento previsto per il 6 marzo, occupandosi del patrimonio dal valore di 6 milioni di franchi. Protagonisti dell’asta saranno complementi d’arredo di lusso, come lampade, tavoli e mobili, preziosi monili.
L’artista svizzero, nato a Borgonovo di Stampa, lavorò a lungo nello studio parigino condiviso col fratello Alberto. Iniziò così a realizzare oggetti in bronzo e gesso per arredamenti d’elitè.
A partire da quelli che erano semplici oggetti di arredamento, le sue capacità espressive ne fecero vere e proprie sculture.
A esser fuse insieme erano raffinatezza e funzionalità.
Il tema della natura e della campagna segnarono la sua arte come dimostrano le numerose sculture raffiguranti animali. Esseri filiformi, fragili e leggiadri che restituiscono l’idea di una natura in equilibrio, piena di vitalità.
Sua ultima fatica fu la realizzazione dell’allestimento del museo parigino dedicato a Picasso.
Impegnato anche nella realizzazione degli arredi per fondazioni e grandi collezionisti, fu una figura di fama internazionale. Lo dimostra il valore dei suoi pezzi posti all’asta nel tempo, il cui valore rimane immutato negli anni.
Quella di Christie’s non è infatti la prima asta che coinvolge opere di Diego Giacometti.
Già nel 2013 fu venduta una sua consolle “Chevreuil, Biche et Bambi” per 1,8 milioni di dollari.
Il pezzo unico, realizzato per lo stilista francese Serge Matta risale agli anni ’70.
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