“L’haute couture è il settore dell’abbigliamento nel quale operano i creatori di abiti di lusso”… e l’abbiamo vista scendere in passerella proprio la settimana appena trascorsa l’haute couture, in quel di Parigi, ma soprattutto in un tripudio di eleganza e bellezza, di quella bellezza che riempie e fa brillare gli occhi di chi ama creazioni che più che abiti sembrano opere d’arte, che poco importa se sono accessibili davvero a pochi perché ci si accontenta anche solo di guardarli. Insomma, per la serie altro che pret-à-porter, altro che gli abiti che seguono la tendenza del momento, quelli che coprono più o meno centimetri di pelle a seconda delle temperature e che dobbiamo indossare nel quotidiano.
L’haute couture é ben altro. Ce lo ha mostrato Donatella Versace facendo da apripista con il défilé di Atelier Versace, con le sue modelle degne di un Victoria’s Secret Fashion Show da Natasha Poly a Isabeli Fontana, e con i suoi capi eleganti e sensuali dalle linee pulite e mai banali, un po’ rock ma non troppo.
Poi Giambattista Valli ha puntato sui ricami floreali , contrasti essenziali ed applicazioni 3D traendo ispirazione dal “less is more” di Coco Chanel. Non dimentichiamo ancora la collezione Dior ideata da Raf Simons, Armani Privé con la sua eleganza che trascende le stagioni e per finire la maison che di eleganza é sinonimo, quella che la Ville Lumiére e l’haute couture proprio le incarna, attraverso Rue Cambon, l’Hotel Ritz, Place Vendome: Chanel.
Con l’immancabile tweed, i toni delicati tipici della stagione per cui sono pensati gli abiti scesi in passerella. Altri elementi predominanti, accanto alle frange, alle trasparenze, alla vita bassa, ai copricapi ottocenteschi, ai tailleur così come alle classiche giacchine, loro, i fiori, delicati ed ultrafemminili boccioli che hanno fatto sognare proprio tutti, a partire dal front row e che saranno presenza immancabile dei red carpet più glamour.
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