Le perle sono uno degli oggetti del desiderio di noi donne: le amiamo, come unico dettaglio per impreziosire il look o come sue indiscusse protagoniste.
Sono legate al segno zodiacale del Cancro come loro portafortuna, d’altronde è dominato dalla Luna e dal mare ed esse hanno il colore della prima e provengono dal secondo. E’ anche questo elemento che le differenzia dalle pietre preziose, estratte invece dal sottosuolo per essere lavorate, prima di mostrare la loro bellezza: le perle si trovano in natura così come noi le vediamo, luminose ed iridescenti ed arrivano dalle acque salate o dolci.
Come si formano le perle?
In parole semplici, il processo di formazione inizia non appena un corpo estraneo va a finire nei tessuti molli di un’ostrica che, come meccanismo di difesa secerne una sostanza di nome nacre la quale accumulandosi strato dopo strato ed in milioni di strati dà vita alla perla. Questo è quel che succede sia che si tratti di una perla di mare, di fiume o coltivata – in quest’ ultima, il corpo estraneo viene innestato all’interno dell’ostrica/mollusco, facendo iniziare così il processo naturale di formazione. Le perle Mikimoto ad esempio, si formano proprio così; esse prendono il nome dal più celebre dei ricercatori giapponesi che tra il XIX ed il XX secolo ha scoperto una tecnica per stimolarne la produzione.
Come distinguere le perle vere da quelle false?
Partendo dal presupposto che la differenza tra una perla vera ed un’imitazione è visibile ad occhio nudo, a prescindere dal tipo di perla, ci sono alcuni dettagli che possono fare la differenza.
Le perle d’imitazione sono uguali fra loro per dimensioni, colore ed iridescenza.
Il foro delle perle vere è sempre perfetto data la loro durezza, mentre quando si tratta di un falso sono sempre presenti piccolissime sgretolature, dovute alla rottura dello smalto in superficie.
Se sottoposte ad un ingrandimento, le perle vere mostrano piccole protuberanze o irregolarità, inesistenti quando di tratta di produzioni dell’uomo, liscissime. Per questo motivo un test semplice da fare è quello del dente: strofinando una perla sotto un dente è possibile percepire le irregolarità o la perfezione della superficie e trarre le logiche conclusioni.
Le tipologie
Perle Akoya. Le perle per antonomasia, sferiche e luminosissime, vengono prodotte dalla Pinctada Fucata, un’ostrica che vive traGiappone e Cina e che ne produce una alla volta. Il loro diamentro va dai 2 ai 10 mm.
Perle fresh water o d’acqua dolce. Prodotte da ostriche di lago o fiume, sono le più impiegate per il rapporto qualità/prezzo e per la scelta di forme, grandezza e colore.
Perle di Tahiti. Sono rare, lussuosissime e le uniche nere in natura e dai riflessi cangianti. Le produce un’ostrica di grandi dimensioni che vive nelle acque calde di Tahiti e della Polinesia Francese. La loro misura varia fra gli 8 ed i 18 mm.
Perle australiane e dei mari del sud. Possono essere bianche o giallo oro e raggiungono dimensioni importanti. Sono rarissime e per questo fra le più lussuose.
Perle barocche o scaramazze. Qualunque sia la provenienza (fatta eccezione per quelle Australiane, molto rare ma richiestissime, quindi costose), hanno un prezzo non troppo eccessivo e una forma irregolare che ben si discosta da quella delle Akoya, tanto per fare un nome. Le loro dimensioni sono superiori rispetto alle varianti sferiche e sono caratterizzate dall’unicità della loro forma: non ne esiste al mondo una uguale all’altra.
Conch pearls o perle di conchiglia. Sono rosa corallo e vengono prodotte da un mollusco di mare presente nei Caraibi, dove viene pescato per la sua carne. Sono rarissime e in gioielleria vengono abbinate ai diamanti.
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